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Avrete sicuramente notato il diffondersi di un pane al carbone dal particolare colore nero, in totale contrasto con l‘idea diffusa precedentemente da un‘industria alimentare che proponeva il bianco come sinonimo di purezza assoluta e qualità.

Da qualche anno, a seguito di alcuni problemi riscontrati da molti consumatori che hanno lamentato difficoltà di digestione con conseguente senso di pesantezza, meteorismo e gonfiore addominale, si è pensato di risolvere il problema aggiungendo del carbone vegetale direttamente negli impasti da forno.

Cos‘è il carbone vegetale?

Il carbone vegetale (detto anche nero vegetale, carbone attivo o carbone attivato) è il risultato di una particolare lavorazione di alcuni tipi di legname e dei suoi cascami che vengono sottoposti ad una combustione senza fiamma. Questa avviene scaldando il materiale ad altissime temperature, tra i 500° e i 600° in atmosfera povera di ossigeno, ottenendo un carbone che verrà poi trattato per aumentarne la porosità e di conseguenza la superficie. Da questo processo si ottiene un prodotto utilissimo in campo medico e farmaceutico.

Le sue proprietà sono, oltre alla più conosciuta di assorbire i gas intestinali tanto da impiegarlo anche nelle preparazioni dietetiche necessarie per alcune ecografie, anche quella di essere antitossico. Il carbone vegetale crea un complesso che assorbe e trattiene gran parte dei veleni e che viene espulso dall’apparato digerente senza che queste sostanze siano assimilate dal corpo. Costituisce infatti un ottimo rimedio per l‘avvelenamento da funghi.

È proprio la sua capacità di assorbire gas e liquidi a renderlo un ottimo alleato per combattere aerofagia, flatulenza, meteorismo e diarrea. Vanta anche un leggerissimo effetto disinfettante a livello intestinale.

pane al carbone

Foto di http://blog.giallozafferano.it/giallolimone/

Benefici e controindicazioni degli impasti al carbone

Per sfruttare al meglio queste qualità nasce l‘idea di mescolarlo agli impasti dei prodotti da forno, causa principale di molti disturbi gastrointestinali. In realtà l‘esigenza di migliorare gli impasti rendendoli più digeribili si unisce alla possibilità di colorarli dandogli un aspetto particolare senza alterarne il sapore, facendo del pane al carbone una vera e propria moda salutare. Il carbone vegetale infatti può essere usato anche come colorante alimentare ma, affinché si possano riscontrare effetti benefici per l‘organismo è necessario che sia presente almeno 1 g di carbone attivo per porzione certificata.

Bisogna poi fare attenzione in caso di assunzione di farmaci in quanto, pur trattandosi di un rimedio naturale non è privo di controindicazioni. Se assumiamo carbone attivo in compresse il medico generalmente ci consiglierà di prenderlo lontano dai pasti, mentre se lo assumiamo mangiando un prodotto che lo contenga nel suo impasto, allora dovremo fare attenzione a quei farmaci per cui è consigliata l‘assunzione a stomaco pieno.

Il problema nasce dal fatto che le peculiarità del carbone vegetale sono anche le sue controindicazioni: il grande potere assorbente non esclude vitamine, minerali e, appunto, farmaci. Non meno rilevante è il suo essere considerato cancerogeno, è consigliato quindi non eccedere con il consumo di carbone vegetale.

Con il carbone vegetale non si fa solo il pane, infatti può essere aggiunto a quasi tutti gli impasti e i lievitati. È consigliato aggiungere 10/15 g di carbone per ogni Kg di farina. Con il carbone vegetale è possibile realizzare anche un‘ottima pizza che vi garantirà un effetto scenico sorprendente, dato dal contrasto della base nera con il colore di condimenti come mozzarella, pomodoro e basilico.

Per realizzarla basterà aggiungere il carbone in polvere, alle farine in fase di impasto. Sostituendo nella percentuale consigliata parte della farina con il carbone, potrete fare sia una semplice e classica Pizza margherita sia la Pizza napoletana, in modo da renderle più digeribili soprattutto se avete difficoltà o riscontrate disagi a seguito del consumo di questi prodotti.

pizza nera

Foto di http://blog.giallozafferano.it/giallolimone/

La ricetta del pane al carbone

Ora che avete un po‘ di informazioni necessarie potete procedere alla preparazione di un ottimo pane al carbone. Farlo in casa vi permetterà di controllare sia che la quantità di carbone inserito sia sufficiente a garantirne l‘effetto benefico sia la qualità delle materie prime impiegate, ottenendo così un prodotto realmente salutare e genuino.

Preparazione

1Mescolare la farina di tipo 1 con la semola e il carbone e setacciare il tutto nella ciotola della planetaria. Unire il lievito alle polveri ed iniziare ad aggiungere l‘acqua lentamente, impastando con il gancio a velocità minima. Aumentate la velocità e regolatevi con l‘aggiunta dell‘acqua.

2Quando l‘impasto sarà omogeneo inserite il sale, alla fine in modo che non entri in contatto diretto con il lievito. Continuate ad impastare fino ad ottenere una consistenza morbida ma non troppo umida né dura. Quando l‘impasto sarà ben incordato al gancio, toglietelo dalla planetaria, effettuate una prima piega a 3 e poi fatene una palla che metterete a lievitare in una ciotola capiente sigillata con la pellicola per circa 2 ore, o comunque fino al raddoppio.

3Se l‘ambiente è molto freddo potete mettere la ciotola nel forno con la luce accesa. Una volta che l‘impasto sarà lievitato, mettetelo su una spianatoia rivestita di carta forno (per evitare che la superficie si macchi di nero), stendetelo leggermente con il solo aiuto delle mani ed effettuate una piega a 3.

4Ponete l‘impasto a lievitare per un‘altra ora. A questo punto date forma al vostro pane facendo attenzione a non sgonfiare troppo l‘impasto.

5Mettetelo su una leccarda foderata di carta forno e spennellatelo con un pochissimo olio o acqua in modo che in superficie non si crei la crosticina, lasciate riposare per un‘altra mezz’ora. Nel frattempo scaldate il forno a 200°, cospargete il vostro pane con i semi misti, cercando di farli aderire ma con delicatezza, e praticate dei tagli trasversali non troppo profondi. Infornate per circa 20-30 minuti. Il tempo varia anche in base alla forma del pane, il tempo indicato è sufficiente per la cottura di un filoncino.

Animanra

Dietro animanra c‘è Daniela. Appassionata da sempre di cucina, non ne ho mai fatto un vero e proprio lavoro perché ho sperimentato continuamente nuove e diverse esperienze. Sono andata dove la vita mi ha portata, anche dentro e fuori la cucina di un ristorante. Mi piace la storia dei cibi tradizionali, ricercare le origini dei piatti etnici, curiosare nelle cucine innovative e scoprire nuovi accostamenti di sapori. Mi piace dosare gli ingredienti, sporcarmi le mani, aprire il frigo ed inventare, gustare ciò che per me è novità. Ma soprattutto adoro scrivere per condividere le mie scoperte con chi, come me, ha voglia di saperne sempre di più.

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