fbpx Skip to main content

Il pangiallo è un dolce natalizio tipico della regione Lazio. Le sue radici affondano nella storia di Roma quando, durante l’età imperiale, veniva distribuito il giorno del solstizio d’inverno, per festeggiare e favorire l’allungarsi delle giornate nei mesi successivi. Il sole veniva richiamato proprio dalla forma e dal colore del pangiallo: un dolce composto da cioccolato, zucchero, farina e frutta secca, coperto da uno strato giallo di crema ottenuta grazie a un’emulsione con farina, olio, acqua e zafferano. Di questo dolce si trovano moltissime varianti provinciali, che prevedono, per esempio, l’aggiunta dei fichi secchi. È una preparazione molto simile al panpepato, ma meno diffusa nelle pasticcerie, per cui non vi resta che provare a farlo a casa! Nella nostra versione vi proponiamo un pangiallo con uvetta, frutta secca mista, cioccolato e caffè, per un risultato dolcissimo. Il pangiallo può essere un’ottima idea per chiudere un menù di Natale!

Ingredienti per 2 persone

  • Uvetta: 200 g
  • Frutta secca mista (mandorle, nocciole, noci): 200 g
  • Cioccolato fondente: 80 g
  • Zucchero semolato: 60 g
  • Farina 00: 50 g
  • Cacao amaro: 50 g
  • Caffè espresso o moka: 50 ml
  • Latte: 50 ml
  • Olio extravergine d'oliva: 20 ml
  • Miele: 20 g
  • Scorza grattugiata di limone: 1/2 limone BIO
  • Cannella in polvere: 5 g
  • Vanillina: 2 g
  • Farina: 2 cucchiai
  • Zafferano in polvere: 2 g
  • Olio extravergine d'oliva: 1 cucchiaio
  • Acqua: 3 cucchiai
  • Preparazione: 1 ora
  • Cottura: 25 minuti
  • Totale: 1 ora, 25 minuti
  • Calorie: 400 Kcal / 100 g

PREPARAZIONE

1

Mettete l’uvetta in una ciotola e aggiungete dell’acqua tiepida fino a coprirla completamente. Lasciatela ammorbidire per 10 minuti, poi scolatela e mettetela da parte.

2

Accendete il forno a 180° in modalità statica. Su una teglia distribuire tutta la frutta secca e tostatela per 10 minuti in forno già a temperatura. Lasciatela raffreddare, poi tritatela grossolanamente con un coltello e tenetela da parte.

3

In un pentolino dal fondo spesso versate il latte. Tritate il cioccolato e aggiungetelo nel pentolino, assieme allo zucchero.

4

Accendete la fiamma bassa e lasciate sciogliere il cioccolato, mescolando continuamente.

5

In una ciotola versate farina, vanillina, cacao, spezie e scorzetta grattugiata di limone.

6

Aggiungete la frutta secca tostata e l’uvetta, amalgamando bene.

7

Versate il cioccolato fuso, l’olio, il miele e il caffè.

8

Amalgamate tutto con cura, finché non otterrete un composto abbastanza malleabile. Con le mani, formate dei piccoli panetti tondi e appoggiateli su un foglio di carta forno.
Lasciate riposare per 1 ora a temperatura ambiente.

Preparazione della glassa e cottura dei pangialli

1

Preparate la glassa versando in un pentolino la farina con lo zafferano e miscelateli con olio e acqua.

2

Accendete il fuoco a fiamma bassa e cuocete finché la glassa non risulterà densa. Ci vorranno circa 3 minuti dopo il bollore.

3

Spennellate i pangialli in modo omogeneo con la glassa.

4

Accendete il forno in modalità statica a 160°.

5

Infornate i pangialli e lasciateli cuocere per 25 minuti.
Una volta cotti, fateli raffreddare per almeno 6 ore.

Consigli e suggerimenti

Potete conservare i pangialli avvolti nella carta alluminio in un luogo fresco e buio, fino a 3 mesi. Può anche essere congelato una volta cotto.

Nel ripieno potete aggiungere pinoli e frutta candita come arance e cedri. Se volete, potete grattugiare anche un po’ di scorzetta di arancia e aggiungere dei fichi secchi e dei pistacchi, riequilibrando il quantitativo di frutta secca.

Storia

Nell’antica Roma il pangiallo veniva preparato e servito il giorno del Solstizio d’inverno, il 21 dicembre, come segno di buon auspicio per l’allungarsi delle giornate. Di solito viene preparato per essere regalato ai parenti e agli amici stretti come augurio. Tradizionalmente doveva essere preparato con mandorle, nocciole, miele e cedro candito. Per un periodo di tempo però, a causa del costo elevatissimo della frutta secca, le massaie iniziarono a prepararlo con noccioli di prugne e di albicocche lasciati essiccare al sole. Adesso il pangiallo viene preparato in tutto il Lazio ed è possibile trovarlo anche nelle regioni limitrofe, come l’Umbria.

Lascia una risposta