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Il dolce al cucchiaio Bonet è una delizia per il palato. Dalla consistenza morbida simile a un budino e dal sapore inconfondibile di amaretti e cacao, questo dolce rappresenta una delle tradizioni dolciarie del Piemonte, in particolare delle Langhe, insieme ai Baci di dama e ai Krumiri. Con pochi semplici ingredienti si ottiene un dessert sostanzioso e perfetto per ogni occasione. Il metodo di cottura è a bagnomaria, proprio come si faceva una volta, per un dolce da gustare semplicemente con un cucchiaino. Le origini del suo nome sono tutt’oggi dibattute, ma la certezza è la sua squisita bontà. Vediamo insieme la ricetta del Bonet piemontese: la sua preparazione è facile e richiede solo alcuni semplici accorgimenti.

Ingredienti per 6 persone (stampo da 20x15 cm)

  • PER IL DOLCE:
  • Latte: 600 ml
  • Tuorli: 340 g (circa 7)
  • Zucchero: 150 g
  • Cacao amaro in polvere: 50 g
  • Amaretti secchi: 150 g
  • Rum: 15 ml (1 bicchierino)
  • PER IL CARAMELLO:
  • Zucchero: 100 g
  • Acqua: 50 ml
  • PER DECORARE:
  • Amaretti secchi interi: q.b.
  • Panna montata: q.b.
  • Preparazione: 30 minuti
  • Cottura: 1 ora, 15 minuti
  • Totale: 1 ora, 45 minuti

Preparazione

1

Per preparare il Bonet, iniziare versando i tuorli in una ciotola capiente insieme allo zucchero.

2

Montare i tuorli con lo zucchero, aiutandosi con uno sbattitore elettrico ad alta velocità, per almeno 10 minuti: dovrà risultare un composto chiaro e molto cremoso.

3

A parte, in un frullatore, ridurre gli amaretti in polvere molto fine (lasciandone da parte alcuni interi per la decorazione finale del dolce).

4

Unire alla farina di amaretti anche il cacao setacciato (in modo che successivamente non si formino grumi nell'impasto).

5

Riprendere la ciotola con i tuorli montati con lo zucchero e unirvi il rum, gli amaretti ridotti in farina e il cacao. Mescolare per incorporarli.

6

Per ultimo, aggiungere anche il latte.

7

Mescolare con una spatola per amalgamare al meglio gli ingredienti. Tenere da parte.

8

Passare alla preparazione del caramello: in un pentolino versare lo zucchero e due cucchiai dell'acqua necessaria per la preparazione. Mettere sul fuoco a fiamma molto bassa e senza mescolare.

9

Nel frattempo, in un altro pentolino, far bollire il resto dell'acqua. Non appena raggiunge il bollore, aggiungerla allo zucchero.

10

Alzare leggermente la fiamma e continuare a far roteare il pentolino con il manico, senza mescolare con il cucchiaio. Procedere in questo modo fino a quando il composto raggiunge un colore ambrato chiaro (ci vorranno in tutto circa 15 minuti).

11

Una volta ottenuto il caramello, versarlo direttamente sul fondo dello stampo da plumcake, facendo attenzione a non scottarsi. Fare roteare velocemente lo stampo in modo tale da ricoprire anche parte delle pareti con il caramello.

12

Riprendere l'impasto del dolce precedentemente preparato e versarlo subito nello stampo ricoprendo il caramello.

13

Adagiare lo stampo da plumcake in uno stampo o in una teglia più grande in cui versare dell'acqua calda fino a ricoprire esternamente i 3/4 dello stampo da plumcake.

14

Infornare in forno statico preriscaldato a 180°C per 1 ora.

15

Una volta cotto il Bonet, le pareti si staccheranno autonomamente dallo stampo.

16

Togliere dal forno e lasciare raffreddare completamente. Mettere poi la torta in frigorifero con lo stampo per un oretta per farla rassodare, coprendola con pellicola trasparente. Una volta tolta dal frigorifero, passare alla rimozione dallo stampo: immergere per un minuto lo stampo in acqua bollente, poi posizionare un piatto da portata sullo stampo e capovolgere il dolce per farlo scivolare fuori dallo stampo.

17

Decorare con amaretti interi e alcuni ciuffetti di panna montata a piacere e infine servire.

Consigli e suggerimenti

  • L’acqua utilizzata per la cottura a bagnomaria deve essere ben calda ma non dovrebbe mai bollire. Questo perché la cottura deve essere lenta e delicata e non deve rischiare di far diventare il Bonet troppo sodo e asciutto.
  • Se volete evitare di aggiungere il rum perché anche i bambini più piccoli mangeranno questo dolcetto piemontese, potete sostituirlo nelle stesse dosi con del succo o scorza di limone. In alternativa, se non amate il retrogusto del rum, potete aggiungere la medesima quantità di caffè freddo per un aroma ancor più deciso.
  • Per tutti gli intolleranti al lattosio, è possibile sostituirlo con il latte vegetale di soia o di riso a piacere.
  • La fase di estrazione della torta Bonet dallo stampo è quella più delicata. Una volta immerso lo stampo nell’acqua bollente, il dolce dovrebbe staccarsi autonomamente dalle pareti, ma se così non fosse, potete facilitare l’operazione aiutandovi con la punta di un coltellino per staccarne i bordi.
  • Il dolce piemontese Bonet può essere consumato subito appena sfornato, lasciandolo intiepidire leggermente, oppure è perfetto anche servito freddo, come un normale budino.

Conservazione

Conservare il Bonet alla piemontese in frigorifero, coperto con pellicola trasparente in modo tale da non far formare un’antiestetica e fastidiosa crosticina sulla superficie a contatto con l’aria. Consumarlo entro 2 giorni. Sconsigliamo invece la congelazione di questo dolce.

Storia

Il Bonet è uno dei dolci simbolo dell’antica tradizione culinaria piemontese. In particolare, questo dolce al cucchiaio sarebbe nato nelle Langhe e le prime testimonianze risalirebbero addirittura al XIII secolo, quando veniva offerto nei banchetti nobiliari. Originariamente, però, il Bonet non conteneva il cioccolato, ingrediente che venne aggiunto solo in seguito alla sua importazione dal Sud America, dopo le nuove conquiste europee del XVII secolo. Inizialmente, infatti, veniva preparato un ‘Bonet alla monferrina’ bianco che oggi è ormai poco consumato.

Ma perché si chiama proprio Bonet? Esistono due versioni altrettanto attendibili sull’origine del nome di questo dolce piemontese al cucchiaio. Nel dialetto regionale, il termine ‘bonèt‘ significa berretto o cappello. E proprio da questo oggetto ci si ricollega con le due versioni: nella prima c’è un nesso con lo stampo che anticamente veniva utilizzato per la preparazione e cottura dei budini, a forma di tronco di cono, che veniva chiamato ‘bonèt ëd cusin-a‘ (ossia cappello da cucina, del cuoco).

Nella seconda interpretazione dell’origine del nome, il collegamento è al cappello che dopo un pasto viene indossato per ultimo prima di alzarsi dalla tavola da pranzo. Da qui il Bonet come cappello al pranzo o alla cena, come chiusura finale del pasto.

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