Negli anni ’80 si usciva dal supermercato con due borse, poche cose e due certezze: la spesa era fatta e dopo 5 metri le borse non si rompevano. Oggi usciamo con il carrello strapieno, paghiamo con le carte abbassando la percezione di avere speso tanto, ma resta sempre la sensazione di non avere comprato abbastanza.
Ma è davvero colpa dei prezzi? In questo articolo proviamo a rispondere alla domanda più scomoda: la spesa degli anni ’80 costava davvero meno rispetto allo stipendio, oppure abbiamo solo cambiato modo di comprare?
Come abbiamo fatto il confronto
Leggendo i gruppi nostalgici su Facebook sembra che negli anni 80 fosse tutto facile, bello e senza pensieri. Chi non ha vissuto quegli anni non può saperlo, chi li ha vissuti li lega alla propria gioventù e rischia di idealizzarli troppo, analizzare i dati e approfondire è l’unico modo per scoprirlo.
Prima di confrontare “anni ’80 vs oggi”, una premessa è d’obbligo, i numeri non raccontano tutta la storia, ma aiutano a togliere un po’ di fumo dagli occhi.
Per questo confronto abbiamo preso in considerazione:
- lo stipendio medio netto negli anni ’80 e oggi
- il prezzo medio di alcuni prodotti comuni della spesa
- il peso di quei prodotti sullo stipendio, espresso in percentuale
Non parliamo di casi personali o eccezioni, ma di medie indicative, utili per capire una tendenza generale.
L’obiettivo non è dire che “prima era meglio” o che “oggi è peggio”, ma capire quanto la spesa incideva davvero sul reddito allora… e quanto incide oggi.
Quanto pesava davvero la spesa sullo stipendio negli anni ’80
Nel 1980 lo stipendio medio netto in Italia si aggirava intorno alle 500.000 lire al mese, un litro di latte costava circa 480 lire, un chilo di pasta tra 600 e 700 lire e il pane intorno alle 500 lire al chilo. Anche la carne non era certo economica: un chilo di bovino poteva costare tra le 6.000 e 8.000 lire, a seconda del taglio e della zona. Numeri che, presi da soli, non fanno pensare a una spesa “regalata”.
La differenza stava nel peso sul reddito: quei prodotti incidevano meno sullo stipendio mensile rispetto a oggi. Non perché costassero pochissimo, ma perché il carrello era più essenziale e il rapporto tra prezzi e salario era più equilibrato.

E oggi quanto pesa la spesa sullo stipendio?
Oggi lo stipendio medio netto è più alto rispetto agli anni ’80, ma l’inflazione ha fatto il suo “percorso” e i prezzi sono più alti. Il punto non è il numero assoluto sullo scontrino, ma è quanto incide la spesa dentro il reddito mensile. Latte, pasta, pane e carne incidono oggi in modo più significativo sullo stipendio, soprattutto se si considera che molti altri costi fissi/casa, bollette, carburante sono aumentati molto più velocemente dei salari.
Il risultato è che la spesa alimentare viene “schiacciata” tra mille altre uscite, non sembra più una voce normale del bilancio familiare, ma qualcosa da tenere costantemente sotto controllo, da ottimizzare, da rincorrere tra offerte e sconti. Non è solo una percezione: il margine di manovra si è ridotto.
Non è cambiato solo il prezzo, è cambiato il carrello
Negli anni ’80 il carrello era più semplice: pochi prodotti, poche varianti, meno tentazioni. Oggi compriamo più cose, più spesso, e molte non sono strettamente necessarie. Porzioni più piccole, packaging più elaborato, prodotti “comodi” che costano di più perché fanno risparmiare tempo, non denaro. Un tempo si andava nella bottega di quartiere e non era tutto studiato per farti comprare prodotti che non servono, ti davano magari il resto in caramelle, ma uscivi solo con quello che ti serviva.
Anche a parità di alimento, la spesa moderna è più frammentata: formati diversi, versioni “speciali”, marchi alternativi, confenzioni che scendono di peso ma non di prezzo. Questo rende il confronto diretto più difficile, ma una cosa è chiara: oggi è molto più facile spendere di più senza accorgersene.
La qualità è migliorata? Dipende da cosa guardiamo
Sarebbe sbagliato dire che negli anni ’80 tutto fosse migliore, oggi abbiamo più scelta, più informazioni, più attenzione (almeno sulla carta) a sicurezza e tracciabilità. Ma questo ha avuto un costo che non è solo economico: anche in termini di durata, solidità e spreco.
Le nostre nonne guardavano le scadenze ad “occhio”, se la pasta faceva le farfalle era da buttare via. Sicuramente finivano meno alimenti nel cestino, ma avevano anche più tempo rispetto a noi per andare tutti i giorni a fare la spesa.
Costava davvero meno o era solo un altro mondo?
Anche negli anni 80 la spesa non era regalata, senza dubbio pesava decisamente meno sullo stupendio. Gli equilibri sono cambiati, le casalinghe che potevano dedicarsi alla cura della casa e a far “quadrare i conti” non ci sono più e spesso si finisce per acquistare prodotti già pronti perché non si ha il tempo materiale per cucinare.
Non possiamo tornare indietro nel tempo, nonostante la comprensibile nostalgia dobbiamo fare i conti con i nostri tempi. I prezzi non scenderanno, possiamo però provare a cambiare le nostre abitudini e analizzare cercando di capire come e cosa compravano i nostri nonni e genitori.




