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Grazie alla crescente diffusione dei ristoranti giapponesi, sempre più persone sono entrate in contatto con questa cultura millenaria fatta di ingredienti esotici e sapori particolari. Il wasabi è senza dubbio uno di questi. Si ricava da una radice il cui nome scientifico è Eutrema Japonicum e appartiene alla famiglia dell crucifere, proprio come il ravanello, il rafano, la senape e i cavoli. Viene anche detto ravanello giapponese e, oltre alla radice, è possibile consumarne anche le foglie essiccate o in insalata.

Per il suo sapore piccante, il wasabi è anche detto namida, ossia lacrima. Utilizzato in quantità eccessive infatti può anche far piangere. Questo perché a differenza del peperoncino che colpisce la lingua, il wasabi agisce sulla mucosa nasale e sul palato. Difficile paragonare il suo sapore con qualcosa cui siamo abituati. Secondo alcuni assomiglia al daikon, secondo altri al rafano. Per fugare ogni dubbio non vi resta che provare. Attenzione però, iniziate con una piccolissima quantità o non lo avvicinerete mai più!

La sua coltivazione è piuttosto difficile. Richiede infatti un clima particolarmente umido e freddo, tipico delle zone montuose. Perciò, per far fronte alla grande richiesta, spesso si è soliti tagliare la pasta pura di wasabi con altri ingredienti come il rafano. Questo rende difficile trovare in commercio una pasta pura al 100%. I puristi ritengono addirittura che per gustare appieno il sapore di questo prodotto, occorra gustarlo grattugiato fresco con un apposito strumento realizzato con la pelle di squalo.

In commercio è possibile trovare diverse paste che vengono spacciate per wasabi ma in realtà non lo sono. La raccomandazione è sempre quella di leggere l’etichetta perché un basso contenuto di wasabi implica la presenza di altri ingredienti, tra cui coloranti, per dare al prodotto l’aspetto che ci aspettiamo.

Wasabi, proprietà

Il wasabi è solitamente servito in accompagnamento al pesce crudo. Le sue proprietà antibatteriche infatti, lo rendono ideale per prevenire le intossicazioni. Viene servito in accompagnamento a sushi e sashimi sotto forma di pasta di colore verde. Per gustarne il sapore occorre scioglierne una piccola quantità nella salsa di soia e poi intingervi il pesce. In alcune preparazioni, il wasabi è inserito direttamente dallo chef tra il pesce e il riso così da creare il giusto equilibrio di sapori.

Oltre che per le sue proprietà digestive e antibatteriche, il wasabi è in grado di contrastare i radicali liberi responsabili della formazione dei tumori al seno, al colon e dell’apparato gastro intestinale. Recenti studi hanno evidenziato come questa radice abbia anche proprietà anticoagulanti pari a quelle dell’aspirina. Il wasabi è anche ritenuto uno degli afrodisiaci più potenti al mondo, insieme al cioccolato e allo zenzero. Provare per credere!

Beatrice Piselli

Ciao! Mi chiamo Beatrice e scrivo prevalentemente di cucina vegetariana e vegana prestando particolare attenzione alla stagionalità degli ingredienti. Trascorro molto tempo in cucina a studiare nuovi piatti e a fotografarli, così da poter trasmettere nel migliore dei modi tutto il mio amore per ciò che cucino.

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