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Uno dei simboli della regione Piemonte, la Bagna cauda (o caoda) è l’intingolo per eccellenza per condire le verdure di stagione. L’aglio è il protagonista indiscusso di questa preparazione, accompagnato da acciughe e olio EVO. La Bagna cauda piemontese viene comunemente servita come portata unica o talvolta come antipasto, rigorosamente servita nel tradizionale contenitore in terracotta: il fojot. Più che un piatto diventa un rito conviviale da consumare in compagnia che ricorda la pratica del pinzimonio. Vediamo in pochi semplici passaggi la ricetta della Bagna cauda (o caoda).

Ingredienti per 2 persone

  • Aglio: 2 teste
  • Latte: 500 ml
  • Burro: 60 g
  • Acciughe: 300 g
  • Olio di oliva extravergine: 1 cucchiaio
  • Preparazione: 60 minuti
  • Cottura: 40 minuti
  • Totale: 100 minuti
  • Calorie: 165 kcal/100 g

Preparazione

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Per preparare la Bagna cauda (o Bagna caoda) iniziare facendo sciogliere, in una pentolino e a fuoco lento, le acciughe con il burro.

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A parte, in una padella, inserire gli spicchi d’aglio sbucciati, privati dell’anima e ridotti in fettine. Farli cuocere a fuoco basso aggiungendo anche il latte per circa mezz’ora, mescolando di tanto in tanto.

3

Trascorsa la prima mezz'ora di cottura, aggiungere al composto le acciughe precedentemente sciolte e lasciar cuocere per altri 20 minuti. L’aglio deve sciogliersi fino a formare una crema omogenea bianca.

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Aggiungere infine tutto l’olio, e lasciare amalgamare per qualche minuto. Infine servire la Bagna cauda all'interno di ciotoline o nel tipico contenitore in terracotta tradizionale.

Accessori

  • Un coltello
  • Un pentolino
  • Una padella
  • Un cucchiaio da cucina

Consigli e suggerimenti

  • Se vi state chiedendo con cosa si mangia, la Bagna cauda va consumata intingendovi la verdura fresca di stagione, sia cruda che cotta. La bagna caoda è un intingolo tentatore, da gustare tipicamente in autunno, quando la stagione invernale si avvicina e porta con sé ampi maglioni. Quali sono le verdure per la Bagna cauda piemontese? I cardi gobbi di Nizza, i peperoni sia arrostiti che crudi, i cavoli bianchi, rossi e verdi, le patate lesse, i topinambur affettati, l’insalata invidia e la scarola e anche i cipollotti e i cavolfiori lessati. Tutte verdure tipiche della stagione autunnale e invernale. Potete gustare questa deliziosa salsa anche con la carne.
  • La ricetta tradizionale originale in realtà non è unica. Come tutte le preparazioni popolari e tipiche di una determinata zona d’Italia, le versioni cambiano quasi di famiglia in famiglia, soprattutto per quanto riguarda le dosi. Ad esempio, esiste la Bagna cauda senza o con la panna (o il latte). Inserendoli si va a smorzare il sapore dell’aglio rendendo la salsa più delicata e cremosa.
  • La tradizione piemontese di questa specialità prevede che la Bagna caoda venga mantenuta calda tramite la s-cionfetta, uno scaldino di coccio da riempire con le braci del camino. Posta al centro della tavola, vi si posiziona sopra il tegame in terracotta (il fojot) contenente la salsa. In questo modo resta calda e piacevole per tutta la durata del pasto conviviale.
  • Sempre dalle tradizioni locali arriva l’usanza di strapazzare le uova fresche all’interno del tegame quando resta soltanto l’ultimo cucchiaio di Bagna cauda. E, ciliegina sulla torta, qualche scaglietta di tartufo bianco da far cadere sopra. Da provare!

Conservazione

La Bagna cauda (o caoda) va consumata subito, ma se dovesse avanzarne è possibile riporla in un contenitore ermetico in frigorifero. In tal caso consumarla entro 2 giorni al massimo.

Storia

Le origini della Bagna cauda (o Bagna caoda) sono tutt’oggi incerte. Non ci sono, infatti, testimonianze che raccontino chi l’avrebbe inventata e in quale città. Quel che si sa è che la regione Piemonte l’ha vista nascere e diventare una tradizione culinaria legata alla convivialità e all’amicizia: questa salsa si consuma rigorosamente in compagnia, ponendola al centro del tavolo in modo che tutti possano intingere le verdure di stagione.

Per molto tempo è rimasta un piatto ad appannaggio dei contadini e della popolazione più povera, già a partire dal tardo Medioevo durante la spillatura della nuova annata di vino, ma oggi ha recuperato il lustro venendo servita in molti ristoranti piemontesi e non solo. È senza dubbio un piatto molto consumato in Piemonte, ma ormai è conosciuto in tutto lo stivale. Viene addirittura celebrato annualmente il Bagna Cauda Day, per riunire tutti gli appassionati.

Il nome deriva da ‘Bagna’ che nel dialetto del Piemonte significa ‘sugo’ o ‘salsa’, e da ‘Cauda’ che vuol dire ‘calda’.

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